Opere ed arie italiane celebri dell’Ottocento, da “Una furtiva lagrima” da L’elisir d’amore di Donizetti a “Nessun Dorma” dalla Turandot di Puccini, ma anche incursioni nella musica europea come l’aria “Vilja Lied” da “Die Lustige Witwe” di Franz Lehar e nella musica americana con l’aria “Glitter and be gay” dal Candide di Leonard Bernstein. Completano il programma anche Overture, come la rara e celebrativa “Die Weihe des Hauses”, tradotto solitamente come "La consacrazione della casa", laddove una traduzione più aderente sarebbe quella di "L’inaugurazione del teatro", di Beethoven, scritta appunto per l’inaugurazione del teatro della Josephstadt di Vienna e Danze, come il fandango spagnolo di Manuel De Falla nella “Danza de la Molinera” da “El Sombreros de tre picos (Il Cappello a tre punte). L’ottava edizione del Concerto di Capodanno, prodotto quest’anno da Airone Comunicazione, che andrà in scena il 7 Gennaio 2017 alle ore 21.00 presso il Teatro S. Alfonso di Pagani, come da tradizione è suddivisa in due parti, una esclusivamente orchestrale e una seconda di impronta lirica e vedrà salire sul palco il direttore d’orchestra Giulio Marazia, affiancato dal soprano turco Basak Zengin Kayabinar e dal tenore cinese Zi-Zhao Guo, oltre che dall’Orchestra Filarmonica Campana. Il tenore Zi-Zhao Guo ritorna in un concerto con l’OFC dopo lo strepitoso successo dell’agosto scorso in “Opera Night” mentre per il soprano Basak Zengin Kayabinar sarà una prima volta in piena regola, visto che non aveva mai calcato il palco della città liguorina. L’impaginato del concerto è compreso in più di cent’anni, con due date agli estremi: il 1822 dell’Overture de “La Consacrazione della Casa” di Beethoven e il 1957 di Bernstein, a New York con il West Side Story. Ciascun brano ha alle spalle una città diversa: qualcuno le fa riferimento in maniera esplicita, evocandola dichiaratamente, qualcuno la mette di sfondo, lasciando alla nostra fantasia il piacere di immaginarla. Ogni numero del programma diventa così una cartolina, come quelle che si usavano spedire, fino a poco tempo fa – quando non si era ovunque interconnessi e visibili – come ricordo e saluto, memoria di viaggio e sintesi di affetti. Eccole, le cartoline di Capodanno: pronte per un itinerario che toccherà Vienna e Roma, Siviglia e Palermo, Parigi e Nagasaki, per sfiorare Pechino ed approdare oltreoceano a New York. La maggior parte di loro danzano, in tempo ternario: il passo più leggero e voluttuoso, quando staccandosi da terra cerca l’aria. Anche solo per un attimo, vola. Tutta l’Europa, nell’Ottocento, e il mondo intero appena dopo chiedeva di danzare: nei teatri, nei palazzi, nelle piazze. Lo spettacolo si concluderà, come da tradizione per il Concerto di Capodanno, con la marcia di Radetsky di Johann Strauss dove immancabilmente, secondo la consuetudine, il pubblico presente in sala partecipa attivamente all’esecuzione battendo il tempo con le mani.

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