Non solo i grandi capoluoghi, ma anche piccole e medie città stanno verificando se hanno moltiplicato illegittimamente la tassa sui rifiuti, la Tari. L’errore, evidenziato in Parlamento grazie ad un’interrogazione al ministro dell’economia da parte del deputato 5 stelle Giuseppe L’Abbate, sta mettendo in fibrillazione tutti i municipi italiani che rischiano di ritrovarsi sulle scrivanie migliaia di richieste di risarcimento.

L’intervento del parlamentare grillino ha consentito di dimostrato che la quota variabile del tributo è stata calcolata più volte su un singolo immobile, applicandola anche su garage, soffitte e cantine. Risultato: balzelli gonfiati o addirittura moltiplicati. Il Dipartimento finanze del ministero dell’Economia emanerà «in tempi molto brevi un documento di chiarimento sulle modalità di corretta applicazione della Tari». È quanto si apprende da fonti del Mef le quali precisano che sono già’ previste modalità per chiedere i rimborsi qualora un Comune non applichi la tassa in maniera corretta.

Gli uffici tributi dei Comuni del comprensorio si sono immediatamente attivati, immaginando la mole di ricorsi. L’assessore al bilancio di Nocera Inferiore, Mario Campitelli, ha chiesto al dirigente del settore di verificare la posizione dei contribuenti nocerini, stessa cosa sta avvenendo al Comune di San Valentino Torio. Nessun problema a Pagani, l’assessore Raffaele La Femina ha immediatamente verificato con l’ufficio tributi. Acque tranquille pure a Nocera Superiore e a Sarno. I responsabili dei settori tributi hanno precisato che non rientrano nella casistica sull’errata applicazione delle quote variabili. Ora si apre la strada per i rimborsi. Per capire se si è pagato di più bisogna prendere i bollettini inviati dai comuni che riportano anche i calcoli della tariffa applicata sulle singole unità immobiliari e sulle pertinenze: queste ultime non devono contenere la quota variabile. Se è riportata si può richiedere il rimborso. Sa. Dan.rifiuti

 

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