È stata perfino identificata dai carabinieri ed è potuta ritornare a casa solo grazie alla cortesia di uno studente universitario. È la storia emblematica di una professionista di Pagani che per ritornare a casa dal lavoro, è in servizio all’Università di Salerno, a Fisciano, ha dovuto fare la voce grossa, rischiando pure una denuncia.

Gli autobus strapieni, in particolare la linea 83 e, più in generale, tutte le corse che da Fisciano conducono nell’Agro, sono all’ordine del giorno.

Se al mattino la tratta è servita da decine di mezzi, dal pomeriggio questi si contano sulle dita di una mano, con disagi incalcolabili per chi lavora all’ateneo, ma soprattutto per gli studenti, che rappresentano la stragrande maggioranza dei pendolari che quotidianamente fanno la spola dall’Agro a Fisciano.

La malcapitata pendolare ha scritto una lettera di protesta ai vertici di Busitalia, deplorando il comportamento dell’autista che – essendo strapieno il pullman – si è rifiutato di far salire la signora. Due disagi a confronto, entrambi comprensibili. Quello di una persona che desiderava solo tornare a casa dopo una giornata di lavoro e quello di un altro lavoratore che avrebbe rischiato di andare contro la legge se avesse caricato altri passeggeri.

Un disagio inverosimile, quotidiano, che trasforma gli autobus – non solo quelli Busitalia, ma un po’ tutti quelli delle autolinee dirette a Fisciano e Lancusi dall’Agro e dal vesuviano – in veri e propri carri bestiame. C’è chi la prende con filosofia, ci ride sopra, e chi invece non sopporta più di convivere con questa situazione. è il caso della funzionaria universitaria e di migliaia di studenti che chiedono ai responsabili del pubblico servizio di “verificare le condizioni di programmazione del trasporto pubblico locale della linea universitaria compatibilmente con la quantificazione dell’utenza sostenibile e l’assunzione di eventuali azioni di responsabilità”. Appelli che si susseguono da settimane, ma le risposte non arrivano. Salvatore D’Angelo Viva05busitalia (1)

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