Sono alcuni anni ormai che la Cavese, sul più bello, si sgonfia, gettando alle ortiche l’opportunità di tornare in Serie C. Dopo i complimenti e le ottime impressioni venute fuori dalla trasferta di Potenza, i metelliani si sono bloccati in casa per la seconda volta consecutiva, stavolta con la Turris, stavolta con uno zero a zero, che però sa tanto di sconfitta più che di pareggio. Non hanno davvero una motivazione reale, questi passi indietro dei metelliani. De Rosa viene confermato in attacco, ma il capitano appena rientrato appare solo lontano parente di quello delle stagioni precedenti. Le assenze di Fella soprattutto, e quella di Gorzegno, hanno pesato, ma fino a un certo punto. Perché la rosa della Cavese è qualitativamente di spessore e quindi scusanti non se ne possono accampare. Lo spettacolo è solo sugli spalti, dalla Curva Sud Catello Mari una coreografia che conferma quanto questa tifoseria non meriti di stare in Serie D. In campo invece poca roba, la Cavese sembra non avere fretta, la Turris gioca in modo accorto e senza pressione alcuna. Trovare una azione degna di nota nel primo tempo è quasi come pescare una pagliuzza d’oro nel Klondike. Bitetto toglie De Rosa mette Girardi. La musica cambia subito. Manzo per il centravanti che di testa si vede salvare la conclusione sulla linea da un difensore. Oggiano e De Angelis rinforzano ancor più la prima linea della Cavese, ma nel calcio l’equazione più attaccanti metti = gol è carta straccia. La Turris difende bene, la Cavese stona. I tifosi di casa fischiano. Meno quattro dalla vetta.

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