È in prognosi riservata una donna di Pompei, da martedì sera ricoverata a Nocera Inferiore, all’ospedale Umberto I, per una meningite menigococcica, la forma più grave e infettiva della malattia di origine batterica.

Assistita dall’equipe medica del reparto di malattie infettive, diretto dal primario Mariano Corrado, è sottoposta ad una terapia batterica specifica. Le sue condizioni sono in leggero miglioramento rispetto al suo arrivo al pronto soccorso di viale san Francesco.

Prima di ricevere le cure a Nocera Inferiore, la signora di 63 anni ha girato altre strutture sanitarie campane. In preda a febbre alta, disorientamento e convulsioni è stata trasportata dai familiari per prima cosa all’ospedale di Boscotrecase.

Nella struttura vesuviana sarebbe stata sottoposta anche ad un esame Tac. Il malessere era però persistente e così è stata portata a Nocera Inferiore. I medici del pronto soccorso le hanno prestato le prime cure e sottoposta agli esami di rito, quando la linea appariva tracciata è stata presa in carico dall’equipe del dottor Corrado.

Alla donna è stato prelevato il liquor per gli esami che hanno consentito di orientarsi verso la diagnosi di meningite batterica meningococcica. Tutto lo screening è stato effettuato nel laboratorio interno dell’Umberto I, i risultati sono poi stati inviati per il fenotipo e il genotipo ai laboratori dell’istituto superiore di sanità a Roma.

La 63enne è stata portata in reparto e poi messa in isolamento. Non è in contatto con gli altri ricoverati. In viale san Francesco sono attrezzati al trattamento di patologie così critiche e complesse. Messa al sicuro la salute della signora, è partita la macchina della profilassi obbligatoria.

Il direttore sanitario dell’Umberto I, Alfonso Giordano, ha avviato la profilassi per gli operatori sanitari e gli altri ricoverati che sono entrati in contatto con la paziente: dal pronto soccorso al reparto di malattie infettive. La direzione sanitaria nocerina ha provveduto ad informare l’azienda sanitaria di provenienza della donna: l’Asl Napoli 3 Sud. Il dipartimento partenopeo di prevenzione e profilassi territoriale ha così sottoposto a trattamento i familiari della 63enne e quanti sono stati in contatto con lei nelle ore antecedenti la manifestazione dei gravi sintomi della malattia infettiva. Il rischio contagio, hanno spiegato i medici, si esaurisce nell’arco di 24 ore dall’inizio della terapia. Dunque, nessuna psicosi.


Salvatore D’Angelo

ospedale nocera 3

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