Quattro ricorsi al Tar contro l’ordinanza del sindaco di Nocera Inferiore di chiudere lo scarico autorizzato nel canale di Fosso Imperatore, al confine con San Valentino Torio. Ad opporsi sono Imepa, Power wash, Ortaggi Buono e Ricostruzioni pneumatici nocerina. “Sono le aziende che hanno una maggiore produzione di acque di processo, le più danneggiata dall’ordinanza del sindaco, di cui chiedono la revoca”, ha spiegato Marcello Giorgio, direttore del Consorzio Imprenditori di Fosso Imperatore. È stata chiesta la sospensiva, ma essendo una questione molto tecnica i giudici si sono riservati di decidere direttamente in camera di consiglio, probabilmente auspicando che il contenzioso sia superato autonomamente, con una revisione del provvedimento. L’udienza al Tar è fissata per il prossimo 20 dicembre. Una decisione, quella delle quattro aziende di Fosso Imperatore, a cui si è opposto il Comune di Nocera Inferiore. Il contenzioso giudiziario è stato avviato il 24 novembre, venti giorni dopo la decisione del sindaco Torquato di vietare lo sversamento di acque reflue e meteoriche nel canale della zona industriale. La decisione, che rifletteva una diffida del consorzio di bonifica, suscitò il disappunto degli imprenditori che sono dovuti ricorrere all’affitto di cisterne per la gestione delle acque del processo lavorativo. Una spesa che col passare delle settimane è diventata insostenibile. Fino a 30mila euro al giorno, in alcuni casi. Il provvedimento fu reclamato dal primo cittadino di San Valentino Torio, Michele Strianese, che si fece portavoce dei suoi concittadini, stufi di acque maleodoranti e multicolor. In quei giorni furono espresse parole durissime, che suscitarono l’indignazione degli industriali. Un’onta a cui replicò Rocco Mignano, presidente del Coifim, dicendo: «Non siamo il bandito Giuliano».

Salvatore D’Angelo

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