Lottano per poter vedere i propri bambini, lottano per poterli sentire al telefono. Per poterli vivere, vederli crescere. E’ nel giorno della festa del papà, che Marco Albani,  un padre di Nocera Superiore che da anni combatte per svolgere il suo ruolo, scrive una lunga lettera in cui rivolge il suo pensiero proprio ai padri separati.  “Siamo tanti – scrive nella letta – quattro milioni di padri a cui vengono negate le cose più semplici, come trascorrere del tempo con i propri figli, avere la gioia di vederli durante le festività e tanto tanto altro”. Oggi lui avrà la gioia di trascorrere questa desta con suo figlio, ma – come lui stesso sottolinea – “tanti altri padri trascorreranno questa giornata da soli”. “Questo – scrive – non deve accadere, non ci sono padri di serie a e di serie b, siamo persone che non chiedono altro che poter avere un rapporto con i propri figli. Rapporto spesso contrastato da madri accecate da un odio ingiustificato, alimentato da alcuni legali. E spesso i bambini diventano arma di ricatto”, si legge ancora nella lunga lettera.  Lui, Marco Albani, come detto, oggi sarà con suo figlio. Sarà la sua prima vera festa del papà. Per ottenere questa gioia ha dovuto lottare, ancora una volta. “Ho dovuto rivolgermi al giudice perché mi era stata negata l’anticipazione dell’incontro già fissato con mio figlio per il martedì”.  “Mi auguro – conclude – che non si verificheranno più situazioni del genere e che magistratura e servizi sociali agiscano nell’interesse dei minori e non sulla scorta di preconcetti tanto radicati quanto lesivi non solo nei confronti di noi padri ma sopratutto verso i nostri figli”. 1375162_10200341569656670_1661928143_n

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