Era forse al suo primo giorno di lavoro il giovane marocchino morto venerdi pomeriggio al pronto soccorso dell’ospedale Umberto I di Nocera inf. ed il cui corpo è a disposizione dell’autorità giudiziaria presso l’obitorio dell’ospedale nocerino, in attesa dell’esame autoptico disposto dal sostituto procuratore Gianluca Caputo che coordina le indagini. Solo dopo potrà essere dissequestrata la salma e liberata per una degna sepoltura . Del 17enne extracomunitario, giunto da pochi giorni a Nocera nessuno sapeva .Resta l’amarezza per il suo triste destino. Giunto in Italia probabilmente con tante speranze per un futuro migliore e chissa’ con quali mezzi di ventura, la sua vita si è spezzata nel fiore degli anni . Sulle cause della morte indagano i carabinieri del reparto territoriale di Nocera agli ordini del Colonnello Gianfranco Albanese coordinati dalla Procura di Nocera Inf. e solo l’autopsia chiarirà le cause della morte. A piangere la sua morte solo il fratello, rintracciato nella notte tra venerdi e sabato dai militari dell’arma riusciti ad identificare la vittima che addosso non aveva documenti, ed anche la sua età solo grazie al rilevamento delle impronte post mortem. Per tutta la notte il pubblico ministero di turno Caputo ha ascoltato i testimoni e le persone informate sui fatti. Il ragazzo di origini marocchine era arrivato, accompagnato a bordo di una fiat panda da due persone, al pronto soccorso in gravi condizioni , colto da malore presumibilmente sul luogo di lavoro, e morto dopo pochi minuti dal suo arrivo. Il giovane era forse addirittura al suo primo giorno di lavoro presso un’azienda di smaltimento rifiuti nella zona industriale di fosso imperatore. Le indagini in corso dovranno far luce sulle modalità della morte ma anche sul contesto lavorativo e sulle persone che hanno avuto con lui rapporti negli ultimi momenti di vita e capire cosa sia accaduto al ragazzo e le ragioni che ne hanno determinato il decesso. Ed è nell’ambiente di lavoro che si sarebbero già configurati i primi indagati. Una vicenda delicata che andrebbe oltre le responsabilità dei titolari dell’impresa che avrebbe dato lavoro al giovane seppur per pochissimo tempo. Intanto alla società civile e al mondo del volontariato oltre che alle istituzioni il monito a stringersi intorno al fratello del 17enne perché possa essergli data degna sepoltura o per consentire l’ultimo saluto ai suoi genitori e familiari. Morire da solo ed a soli 17 anni in terra straniera, lontano dai propri cari suscita quella pietas per la quale tutti siamo chiamati a fare di piu’.
