La Pasqua ci ricorda che, nonostante tutto quello che sta succedendo nel mondo, la morte non ha mai la risposta definitiva. C’è sempre la speranza di una vita nuova, di una resurrezione; come dice Papa Francesco «perché sappiamo che le cose possono cambiare».

 

Come popolo della Pasqua, dove troviamo la speranza? Mi colpisce in ogni Pasqua come Dio, ancora una volta, abbia scelto un messaggero inaspettato per essere il primo annunciatore della più grande notizia: Maria di Magdala divenne “l’apostola degli apostoli”, la prima che proclamò che Cristo era risorto dai morti. Maria di Magdala era una messaggera di speranza.

 

E se immaginassimo che noi stessi potremmo essere quella speranza, i messaggeri inaspettati della Buona Novella come Maria di Magdala? Potremmo, come lei, ascoltare la chiamata di Gesù a raccontare agli altri, con le nostre parole e azioni, la sconfitta di Cristo sulla morte. Come persone di fede, abbiamo la grande missione di annunciare il miracolo della vita che rinnova tutto e tutti nel nostro mondo, specialmente dove sembra che non ce ne sia.

 

Cosa sarebbe la nostra esistenza senza Dio? E senza il Dio di Gesù Cristo, morto e risorto? Sarebbe tutto sterile, vuoto e freddo, come quel sepolcro a Gerusalemme che non è stato abitato a lungo da Gesù, ma che ha assistito alla sua Resurrezione.

 

Per noi Pasqua, come ci ricorda il Santo Padre, è «trasformare il silenzio in parola, l’inerzia in aiuto, l’egoismo in interesse per gli altri, la paura in coraggio di testimonianza». Si tratta di entrare nel mistero del Figlio di Dio in quei passaggi di fede che viviamo quotidianamente nei nostri ambienti di vita e di lavoro, nelle nostre comunità ecclesiali per comprendere sempre di più e sempre meglio dove lo Spirito ci sta conducendo e che cosa voglia da noi.

 

Buona Pasqua, allora, a tutti e a ciascuno, nella gioia del Cristo Risorto.

 

Vi benedico di cuore!

 

+  Orazio Soricelli, Arcivescovo

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