Erano le ore 17:00 del 5 maggio 1998, a Sarno la pioggia cadeva incessantemente da quasi due giorni e non accennava a fermarsi, nel pomeriggio una volata di fango si era staccata dai monti circostanti senza però toccare i centri abitati, di lì a poco la tragedia: dal Pizzo d’alvano iniziano a staccarsi più e più colate di fango che investirono Sarno, Quindici, Siano, Bracigliano e San Felice a Cancello, durante la prima colata diversi dei feriti di Sarno e Quindici furono trasportati all’ospedale villa Malta, ad Episcopio, proprio ai piedi del monte Saro, laddove sorge la Concattedrale di San Michele, verso le 23:30 la tragedia: la colata più violenta investì in pieno Episcopio e l’ospedale del villa Malta. La macchina dei soccorsi ebbe diverse difficoltà a causa del buio e della pioggia, ma anche sei blackout causati dagli eventi franosi del pomeriggio, Sarno venne squarciata in due dal fango caduto dai monti, i primi elicotteri poterono perlustrare la zona solo all’alba del giorno seguente.
Il bilancio fu catastrofico: 161 morti accertati, di cui 138 solo a Sarno, tantissimi gli sfollati, l’intero abitato di Episcopio andato distrutto, nelle operazioni di salvataggio perse la vita anche il vigile del fuoco Marco Mattiucci,dall’ospedale Villa Malta di Sarno era presente anche la nostra emittente per documentare quanto stava accadendo, poco prima della catastrofica colata delle 23:30 i colleghi della nostra redazione furono invitati a lasciare l’ospedale prima che rischiassero di rimanere bloccati lì, tra gli eroi che cercarono di soccorrere e cercarono di fare evacuare l’ospedale c’erano il medico nocerino Maurizio Marino, il collega Vincenzo di Maro, l’infermiere Enrico Battipaglia con i colleghi Pietro Sirica ed Aldo Amatruda, insieme al portiere dell’ospedale Pietro Russo, erano rimasti lì per cercare di soccorrere e fare evacuare i feriti che arrivavano da Sarno e Quindici sforando anche il loro turno lavorativo, proprio il dottor Marino, all’arrivo della seconda colata cercò di mettere in salvo il piccolo Michele Costabile tenendolo tra le braccia, volevano aiutare il più possibile, così come avevano deciso di fare i due giovani Antonio Annunziata e Raffaele Cuoco che giunsero al villa Malta per aiutare i pazienti ad evacuare. Una colata di fango e terrore che ha lasciato un segno indelebile nella comunità Sarnese che oggi ricorderà i 27 anni da quella sciagura che ancora oggi aleggia nei cuori di chi l’ha vissuta. Si inizierà con una partita del cuore allo stadio Squitieri, per poi proseguire nel pomeriggio alle 17:00, ora della prima frana, in concattedrale ad Episcopio per ricordare le 138 vittime di Sarno, poi da piazza Duomo si percorrerà viale Margherita, il simbolo di quella grana, dove ci fu il maggior numero di Morti e dove la città di Sarno deporrà una corona ai piedi del monumento commemorativo, perché Sarno non ha dimenticato qui 138 nomi, perché non dimenticherà mai quel 5 maggio del 1998 e di chi ha cercato di aiutare ed aiutato la popolazione sarnese e quelle circostanti.
