Fa una certa impressione vedere magistrati e avvocati animatori di un sit in di protesta. Ancora più significativo è sentir loro , per professione sempre accorti nell’uso delle parole, pronunciare espressioni come “emergenza” o “impossibilità di fornire il servizio giustizia”. Il presidio questa mattina, nell’atrio degli uffici del settore civile. Insieme, accomunati dalla preoccupazione per un affanno che sta trasformandosi in paralisi, avvocati, sostituti procuratori, giudici e rappresentanti degli amministrativi. Accenti diversi per un’unica voce: la riforma delle circoscrizioni giudiziarie, che ha accorpato a Nocera le pendenze  di Cava e Mercato San Severino, ha fatto del presidio dell’agro un agglomerato di  395 mila utenti, con un aumento del 30% della sopravvenienze. Ma il personale è rimasto quello di sempre, insufficiente, nei numeri, a garantire una giustizia giusta e rapida ai cittadini. In procura 7 soli magistrati (più il procuratore che, tuttavia, non gestisce direttamente fascicoli); 28 giudici tra civile e penale sono pochi per la nuova geografia territoriale degli uffici, su cui pesa anche lo scarso numero di personale amministrativo. Al monocratico una media di 50 udienze al giorno , con rinvii che spesso arrivano al 2016 o 2017. Un’amnistia di fatto, determinata da una  spropositata pendenza di fascicoli, in tutti settori. Motivi più che sufficienti per determinare l’allarme degli operatori di giustizia nocerini: fino a giugno sono in astensione gli avvocati, che, insieme a magistrati e amministrativi sperano in una interlocuzione diretta con il ministero della giustizia. Alla preoccupazione degli operatori fa da naturale contraltare l’esasperazione dei cittadini, nelle morse di una giustizia lenta e, per questo solo fatto avvertita come ingiusta. Si moltiplicano gli episodi di aggressioni verbali, e talune volte anche fisiche, a personale amministrativo o magistrati in udienza. Una polveriera che preoccupa almeno quanto il rischio che prima o poi, qualcuno, cominci a pensare che, in caso di un torto subito, forse è meglio farsi giustizia da soli.

Michela Giordano

 

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