Se quello dei rifiuti a Nocera Inferiore è oggi un autentico “bubbone”, il restante elenco dei disagi, delle brutture, delle sconcezze è piuttosto lungo. In una mappa ideale  che si muove tra centro e periferia potremmo partire dalla  Villa Comunale. Tirata a lucido – almeno esternamente – grazie ai lavori di restyling, conserva scritte vecchie e nuove che imbrattano diverse pareti all’interno. Senza considerare – lo sguardo lanciato oltre le inferriate lo racconta senza tema di smentita – i cumuli di spazzatura che affollano il luogo che per definizione dovrebbe costituire il polmone verde della città. Qualche nocerino attento lamenta la mancata realizzazione della rampa per i portatori di handicap. Nonostante i lavori pare siano costati 320 mila euro. Sulla Villa Comunale e sulle sue stridenti dicotomie l’occhio senza più sguardo della caserma Tofano che, non alienata dal Ministero della Difesa e non acquisita al patrimonio comunale nonostante sogni e progetti, denuncia chiaramente l’avanzare inesorabile e devastante del tempo.
Piazza del Corso, nel cuore della città. Se quello che colpisce come un autentico pungo nell’occhio- oltre che nello stomaco – è l’imperversare delle scritte sui muri (nulla a che fare con quello spirito poetico maudit che anima i writers che in altrove trovano più che diritto di cittadinanza), il disagio autentico si nasconde in un angolino, laggiù in fondo: il quadro elettrico tenuto insieme alla meno peggio. Con portiere improvvisate e fil di ferro a tenerle ferme. Con annessi rischi e pericoli.
Stessa identica situazione in Via Montalbino (arteria che porta verso la chiesa di San Giuseppe). Quadro elettrico, in questo caso, tenuto chiuso con un filo di spago. Situazione  – pare – segnalata a più riprese. E sono solo due di un elenco che, a ben spulciare, potrebbe allungarsi e di parecchio anche.
Poche centinaia di metri più in là, una faccenda assurta agli onori dopo che nei giorni scorsi qualche rafficadi vento particolarmente violenta ha fatto temere il peggio. Nella zona di Via Iovane la nuova illuminazione convive con la vecchia. E qualcuno aveva seriamente temuto che potessero essere abbattuti  – con rischio per pedoni ed automobilisti – i pali inutilizzati, oramai divorati dalla ruggine. E pensare che lungo il cavalcavia Mancusi (a ridosso dell’ospedale) i pali nuovi mancano delle lampade e, dunque, non sono mai entrati in funzione.
Patrizia Sereno

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