Poche luci e molte ombre. Il Nursind fa le pulci al piano ospedaliero regionale, inviando una serie di controdeduzioni al presidente della Regione, Vincenzo De Luca, in merito alle funzioni dell’Asl Salerno, del Ruggi e della rete dell’emergenza territoriale.

Il segretario provinciale Biagio Tomasco ha inviato un’analisi del documento sostenuto dalla Regione anche ai vertici delle due aziende, Giuseppe Longo e Mario Iervolino, evidenziando come esponga “la Regione Campania, in primis, e la Provincia di Salerno ad ulteriori periodi bui sul fronte delle erogazioni dei Livelli Essenziali di Assistenza”.

Rispetto all’Umberto I, il Nursind analizza: “Come mai non si è inteso procedere sulla scorta degli annunci fatti in loco in occasione delle cerimonie di apertura di vari reparti, ovvero quello di farlo diventare un DEA di II Livello?”. Secondo Tomasco “il bacino di utenza compreso tra 600.000 e 1.200.000 abitanti, permetteva tale individuazione, così come ha permesso l’individuazione dei DEA di I Livello”.

Intanto, l’Umberto I “ha perso l’hub nella rete ictus – continuano le controdeduzioni del sindacato – essendo stato classificato come spoke, il che risulta essere deleterio tanto per l’ASL Salerno che per il Ruggi che in questo modo si vedrà costretta a dover dare risposte ad un’intera provincia, in un contesto già di per sé border line”.

Guardando all’area sud, la proroga dei punti nascita potrebbe essere rivista in estate, a “giugno 2019 il Comitato Nascite Nazionale dovrà esprimersi circa il mantenimento”. Per il Nursind “si potrà correre il rischio di ritrovarsi senza punti nascita pubblici nella zona sud”, il tutto ad appannaggio delle strutture private. Rischio che si corre anche per i sei dea di primo livello, se si considera che in provincia se ne possono avere quattro.

Rispetto al Ruggi, si sottolinea lo stress e il carico a cui è sottoposta la struttura, considerata l’assenza di un ospedale cittadino contribuisce “all’enorme mobilità passiva intraziendale che vede l’ASL Salerno continuamente in debito con l’Azienda Universitaria”. No convinto anche alla decisione di “rinunciare alla costituzione dell’Agenzia Regionale dell’Emergenza”. In definitiva, per il Nursind “il Piano Ospedaliero presenta poche luci e molte ombre, per questo motivo rimaniamo critici dinanzi ad una programmazione che si presentava fantasmagorica, ma che invece altro non fa che rimandare i problemi a tempi migliori”.

Share.

Circa l'autore

Leave A Reply