Divieto di utilizzo delle acque per irrigare e dissetare mandrie e greggi su tutto il tratto del fiume Solofrana che ricade nel territorio di Roccapiemonte. Vietato anche coltivare e far pascolare gli animali a 150 metri dal fiume. Il provvedimento è stato emanato dal sindaco Carmine Pagano dopo l’allarme lanciato dall’Arpac per la presenza di cromo nelle acque, un quantitativo superiore allo standard di qualità ambientale. A far scattare il nuovo allarme il riscontro sui dati relativi ai prelievi di alcuni campioni d’acqua del torrente Solofrana nel tratto a valle ricadente nel territorio di Roccapiemonte, in località Ponte San Pasquale al confine con Nocera Inferiore. Non è la prima volta che l’Arpac ci dice che il Solofrana è un pericoloso vettore di sostanze chimiche. L’ente regionale aveva registrato picchi di concentrazione di cromo già nei mesi di giugno, maggio, aprile, febbraio e gennaio 2019. I valori fuori scala sono riconducibili, fa notare l’azienda, “al persistere di sversamenti anomali di reflui di natura conciaria non depurati nel corpo idrico superficiale”. Il comitato no vasche alza nuovamente la voce, affermando che “ricerche scientifiche evidenziano che il cromo passa dall’acqua all’aria, spiegando l’elevata incidenza tumorale nei comuni attraversati da quello che non è più un fiume, ma un vero e propri scarico industriale”. Il cromo, al pari di altri metalli pesanti, a contatto con l’organismo umano aumenta esponenzialmente l’insorgenza di tumori soprattutto alle vie respiratore. C’è bisogno di azioni concrete, su tutto una task force che individui i criminali che sversano illegalmente nel fiume.

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