Blitz antimafia tra Salerno e Napoli. 21 persone sono state arrestate per estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’operazione, partita alle prime luci dell’alba, è stata messa a segno dai Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno a Scafati e in alcuni comuni del napoletano.

Tra gli arrestati il 47enne Giuseppe Buoncore, genero dello storico boss Scafatese Francesco Matrone, detto “Franchino a’ belva”, ed attualmente, secondo gli inquirenti, a capo del clan Buonocore/Matrone.

Il provvedimento cautelare si basa sui gravi indizi di colpevolezza acquisiti dal Reparto Territoriale di  Nocera Inferiore, coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia, durante un procedimento penale avviato a metà 2017 in seguito ad una serie di danneggiamenti ed atti intimidatori ad attività commerciali di Scafati. Determinanti le dichiarazioni di quasi tutte le vittime di estorsione che hanno denunciato o almeno in parte ammesso l’esistenza di atti intimidatori consentendo anche di far luce sulle attività criminose poste in essere negli anni passati dal clan Loreto-Ridosso. Tutti i soggetti sono, a vario titolo, indagati per associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi comuni da sparo e da guerra, violenza privata ed illecita concorrenza con minaccia o violenza, commessi nel periodo compreso tra gli anni 2014 e 2019.

Nel corso delle indagini sono state sequestrate armi, una bomba carta, sostanze per il confezionamento di ordigni esplosivi e stupefacenti, nella disponibilità di alcuni degli indagati. Gli interventi hanno quindi interrotto un processo di rapida ascesa ed affermazione violenta del sodalizio camorristico sul territorio e consentito la tempestiva decapitazione del suo vertice. Registrate almeno 6 estorsioni tentate o consumate riconducibili al clan Cesarano tra Scafati, Castellammare di Stabia e Pompei. 12 estorsioni tentate o consumate riconducibili al clan Buonocore / Matrone a Scafati (eccetto una a Santa Maria la Carità) e 3 estorsioni poste in essere dal clan Loreto-Ridosso a Scafati.

C’è Giuseppe Buoncore, genero dello storico boss Scafatese Francesco Matrone, al centro dell’operazione messa a segno questa mattina dai Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno. Sin dalla propria scarcerazione avvenuta alla fine del 2016, avrebbe infatti pianificato ed attuato, sotto la propria direzione strategica e operativa, la riorganizzazione di un sodalizio per il controllo criminale del territorio scafatese e la gestione di affari illeciti già in passato appannaggio del suocero. L’uomo si sarebbe avvalso, secondo gli inquirenti, di parte della preesistente struttura del clan Matrone e dei consolidati rapporti criminali con soggetti già da tempo vicini o alleati con il suocero: primo fra tutti, il 61enne Ferdinando Cirillo, il quale, in ragione dell’autorevolezza vantata negli ambienti criminali e accordatagli anche all’interno dei vari sodalizi concorrenti sul territorio, si ritiene abbia costituito un solido aiuto in termini di consulenza, mediazione e supporto strategico. Tra i principali interessi del gruppo criminale si evidenzia il traffico di armi, il controllo del settore delle slot-machine e l’attività estorsiva ai danni di operatori economici del comprensorio, attraverso la riscossione di pagamenti in contanti. Secondo le indagini, si sarebbe scatenata una vera e propria guerra tra il clan Buonocore e le formazioni criminali del territorio, per l’accaparramento delle fonti di lucro nei settori economici di interesse, in particolare gli scontri avrebbero riguardato il locale clan Loreto – Ridosso e il clan Cesarano, rispettivamente, il primo autoctono, il secondo storicamente radicato a Castellammare di Stabia, ma da tempo presente ed influente sulla scena criminale scafatese. Una battaglia che ha portato ad una sequenza di reciproci attentati a colpi di ordigni esplosivi rudimentali ed armi da fuoco, fino ad un episodio mai denunciato, legato ad alcuni spari indirizzati all’abitazione del capoclan Buonocore. L’iniziale conflittualità si è poi affievolita con il cambio degli assetti di vertice del clan Cesarano, con l’assunzione della reggenza da parte di Vincenzo Cesarano, scarcerato nell’aprile 2017 e all’arresto per estorsione di figure apicali come Luigi De Martino, Giovanni Cesarano e Raffaele Belviso. Oggi l’arresto dopo le denunce di chi ha detto basta alle tante vessazioni subite dalla criminalità organizzata

 

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