La Terra si risveglia, ma nel territorio dell’Agro tutto rimane in silenzio.
Nella zona dei campi Flegrei e nei dintorni del Vesuvio, le comunità, in particolare le istituzioni comunali, rispolverano i loro piani di protezione civile, benché retrodatati, cercando di non farsi trovare impreparati, sebbene dinanzi ad eventi naturali, non si può mai dire di essere pronti, nell’Agro, invece, con un fare a dir poco temerario, le istituzioni sono tutte in religioso silenzio.
E allora si spera che abbiano la certezza che un cataclisma di siffatta natura non coinvolgerà i nostri territori; forse sono preparatissimi ad ogni evenienza, o così talmente inconsapevoli del problema che, nella migliore delle ipotesi, non ci pensano, nella peggiore, sono rassegnati al destino, in quella intermedia sono attenti a non far trasparire che la catastrofe ci sarà e, senza se e senza ma, il tessuto urbano, come avvenne negli anni 80, non reggerà all’urto, dunque sarà meglio fare finta di essere sorpresi di un evento che potrebbe accadere, anche se, con il clamore di questi giorni, quest’atteggiamento non solleverà i responsabili dalle loro responsabilità.
Qualcuno dirà che è solo “demagogia”, qualche altro azzarderà che è puro “pessimismo”, ma io credo sia opportuno sollecitare le istituzioni locali ad effettuare controlli e verifiche su eventuali piani di evacuazione e soprattutto sulla esistenza o meno di collaudi per strutture, come le scuole e ospedali, che quotidianamente ospitano molteplici persone.
L’eco dei tremori e dei boati forse ci sta suggerendo che è arrivato il momento di iniziare ad essere responsabili, perché la rassegnazione dinanzi ad un evento inevitabile non è un atteggiamento costruttivo, anche perché, vale sempre il motto “Aiutati che Dio Ti Aiuta!”

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