Vuolo (PPE/FI): “In circa 20 giorni, a Bruxelles, sono arrivati oltre 1’500 trattori.
Una protesta che, al di là degli episodi di violenza registrati, hanno sottolineato una serie di problematiche che devono essere affrontata in primis, proprio a Bruxelles.
Ma andiamo per ordine.
Nel corso dell’ultima plenaria di Strasburgo, la seconda del mese di Febbraio 2024, sono arrivate all’attenzione del Parlamento europeo vari dossier di estrema complessità, tutti afferenti l’ambiente e l’agricoltura.
Nonostante il mio dissenso, i verdi sono riusciti a spuntarla ed è stata così approvata la legge sul ripristino della natura. Condivido le premesse ovvero ripristinare almeno il 20% delle zone terrestri e marine dell’UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi entro il 2050, ma i metodi non chiari e l’approssimazione degli emendamenti approvati non lasciano ben sperare tanto che tutte le associazioni di categoria avevano chiesto di respingere il regolamento.
Ma chi subirà il super ambientalismo ideologico? Ovviamente il comparto agricolo.
Per la sola Italia, stiamo parlando della potenziale perdita di circa 1 milione e 250 mila ettari attualmente coltivati.
Nessuno è contrario all’ambiente, anzi, ma ci vuole misura e ponderatezza.
Altro piano di ben altra caratura, l’approvazione del regolamento Indicazioni geografiche.
Il testo ha trovato molte convergenze e, tra le varie, individua una maggiore protezione dei prodotti online. Per capirci: i nomi di dominio internet che utilizzano illegalmente le IG saranno chiusi o disabilitati tramite blocchi geografici (geoblocking).
Protezione più capillare delle denominazioni da casi di omonimia e di utilizzo di nomi fuorvianti per avvantaggiarsi di una denominazione già famosa. Più potere ai consorzi nelle attività di enoturismo. Il processo di registrazione delle IG sarà più semplice e sarà fissato un termine di massimo sei mesi per la verifica delle domande per le nuove Indicazioni Geografiche.
Per quanto riguarda Forza Italia, senza ombra di dubbio, abbiamo consentito e mantenuto che le disposizioni del vino restino all’interno della Politica Agricola Comune.
Per quanto riguarda la PAC poi, e mi rivolgo agli amici agricoltori, nella prossima legislatura sarà necessario discutere dell’aumento del bilancio destinato al settore agricolo, rimodulando proprio gli aiuti diretti in funzione dell’evoluzione dei prezzi all’origine e della stabilità dei redditi.
Come impegno personale, del resto parlo e lavoro sempre per dare spazio ai nostri giovani, anche in questo ambito lavorerò per aumentare gli aiuti a favore delle nuove generazioni, anche in deroga all’attuale PAC. Se non investiamo sui nostri giovani, in venti anni, non avremo più grano sufficiente per soddisfare la domanda interna di pane e pasta.
Quindi lanciare varie misure contro il cambiamento climatico, e di supporto agli agricoltori. Sul fronte sicurezza alimentare, è necessario eliminare dalla normativa sulla PAC, gli obblighi relativi alla rotazione obbligatoria e alla destinazione non produttiva dei terreni.
Quindi semplificare il comparto, aumentare il supporto digitale, eliminare controlli e carte bollate. I calcoli delle associazioni di categoria ci dicono che almeno due giorni a settimana, un agricoltore lo dedica a compilare carte e formulari di ogni tipo.
Altro tema, la reciprocità degli standard di produzione applicati ai Paesi Terzi e controlli sulle importazioni. Non è più pensabile che la Commissione europea tratti con paesi terzi, in deroga ai trattati interni, per colmare il gap produttivo. Invece di assumere iniziative a supporto degli agricoltori europei, si preferisce importare da altri. Questo non è più accettabile”.

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