Sapevano di essere sotto osservazione. Sapevano che i carabinieri li ascoltavano nelle loro telefonate. E sapevano anche che le loro mosse erano riprese da telecamere che i carabinieri avevano nascosto. Infatti ne avevano trovata una, distruggendola. Ma gli investigatori, caparbi più di loro, sono riusciti a piazzarne un’altra che ha mostrato sin nei dettagli lo spaccio di droga che avveniva nel quartiere Lamia a Pagani, storico fortino della malavita cittadina. L’operazione di ieri mattina ha scoperchiato verità note su una piazza di spaccio che coinvolgeva figli d’arte ma anche minorenni. Tra gli indagati ci sono anche due minorenni e tre nati nel 1999. Ed il dato è preoccupante. Dodici le persone che sono finite in manette: sei in carcere, altrettanti ai domiciliari. Secondo quanto scoperto dai carabinieri i novelli boss, tra i quali anche il figlio di Giuseppe Olivieri, alias Saccone, noto ras degli anni ’80, avevano il controllo totale di una zona del quartiere Lamia dove avevano allestito la loro piazza di spaccio. Tra gli indagati anche due minorenni e tre nati nel 1999. Tra le persone coinvolte ci sono il figlio del boss defunto Peppe ‘Saccone’, Salvatore Olivieri di 38 anni (ritenuto promotore e organizzatore dell’associazione) e altre persone vicine al clan Fezza-Petrosino. Le indagini, coordinate inizialmente dalla Procura di Nocera Inferiore e successivamente dalla Dda di Salerno hanno preso il via a inizio 2017 e, in appena sei mesi, hanno permesso di documentare 92 episodi di spaccio di cocaina, crack e marijuana. La base operativa del gruppo era via Matteotti a Pagani, zona controllata con vedette per monitorare l’eventuale arrivo delle forze dell’ordine. Le comunicazioni del gruppo, inoltre, avvenivano con un linguaggio gergale. L’attività di spaccio iniziava intorno alle 16 e proseguiva fino alle 5 del mattino. “Prima avveniva la consegna del denaro, poi l’acquirente attendeva che gli venisse portata la sostanza stupefacente”, ha spiegato il procuratore facente funzioni Luca Masini, evidenziando l’organizzazione che si era data il gruppo criminale. “La droga veniva nascosta in anfratti nei pressi di alcuni cortili e non doveva mai essere sulla persona o nell’abitazione”. A tutti gli indagati viene contestato il reato di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti. In totale, sono 26 le persone indagate. Per la posizione dei due under 18, il fascicolo è stato trasmesso anche alla procura presso il tribunale per i minorenni di Salerno. Fondamentale è stato il lavoro dei carabinieri della tenenza di Pagani che conferma quanto sia importante la loro presenza.

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